Indice
Portale Kenya
Ultime immagini
Cerca
Registrati
Accedi
mammussiMODERATORE
Numero di messaggi : 3023
Età : 78
Località : Milano
Occupazione/Hobby : Viaggi
Umore : AMANI
Data d'iscrizione : 18.01.08
Kenya - Trasporti - Matatu
Mar 23 Giu 2009, 20:00
I matatu sono veicoli di compagnie private che sulle strade del Kenya competono, per costo e velocità, con gli autobus del trasporto pubblico
In genere sono pulmini a 14 posti, ma ce ne sono anche di più grandi. Il loro nome deriva dal fatto che quando sono apparsi sulle strade bastavano tre scellini – matatu in kiswahili – per andare da una parte all’altra di Nairobi.
Oggi di scellini ce ne vogliono quaranta o più, ma non solo questo è cambiato.
I matatu sono diventati sempre di più i padroni della strada, superando tutti i limiti di velocità, fermandosi a scaricare e caricare passeggeri anche in mezzo alla strada, noncuranti dei disagi procurati agli altri autisti.
Circolando con veicoli in pessime condizioni, sovraccarichi – in un veicolo a 14 posti di regola se ne stipavano almeno venti – con autisti senza patente e non raramente sotto l’effetto del bhang (mariuana) per stare svegli, lavorare di più e fare più soldi. Ciò è avvenuto anche per la connivenza della polizia, che in cambio di qualche scellino chiudeva entrambi gli occhi.
Erano in gara tra loro per chi riusciva a fare più volte al giorno lo stesso percorso. Ogni giro in più erano soldi in più, poco importavano il disagio dei passeggeri e gli incidenti mortali, a cui hanno contribuito più di ogni altro mezzo di trasporto. Ricordo che una delle prima volte che mi capitò di viaggiare su un matatu il bigliettaio ci fece comprimere come sardine, poi, appeso all’esterno, segnalò al conducente di partire, ma all’ultimo momento vide un altro potenziale passeggero che arrivava di corsa; allora battè fragorosamente sulla carrozzeria e gridò in kiswahili “Usiache kobole”, cioè “non lasciamo quei cinque scellini”.
“Ecco cosa siamo per loro: soldi, solo soldi”, commentò amareggiata una donna vicina a me che cercava di fare spazio al neonato che aveva in braccio, per il quale aveva dovuto pagare, nonostante le sue proteste, la corsa a prezzo pieno.
I proprietari dei matatu sono riuniti in due diverse associazioni.
Quasi tutti sono inoltre costretti a pagare una tangente alla setta dei mungiki per poter operare nelle grandi città come Nairobi, Nakuru e Mombasa. Anche la polizia chiede tangenti fisse ad ogni proprietario di matatu per poter operare, e ai singoli autisti per non multarli in caso di infrazione
Fonte: Wikipedia
In genere sono pulmini a 14 posti, ma ce ne sono anche di più grandi. Il loro nome deriva dal fatto che quando sono apparsi sulle strade bastavano tre scellini – matatu in kiswahili – per andare da una parte all’altra di Nairobi.
Oggi di scellini ce ne vogliono quaranta o più, ma non solo questo è cambiato.
I matatu sono diventati sempre di più i padroni della strada, superando tutti i limiti di velocità, fermandosi a scaricare e caricare passeggeri anche in mezzo alla strada, noncuranti dei disagi procurati agli altri autisti.
Circolando con veicoli in pessime condizioni, sovraccarichi – in un veicolo a 14 posti di regola se ne stipavano almeno venti – con autisti senza patente e non raramente sotto l’effetto del bhang (mariuana) per stare svegli, lavorare di più e fare più soldi. Ciò è avvenuto anche per la connivenza della polizia, che in cambio di qualche scellino chiudeva entrambi gli occhi.
Erano in gara tra loro per chi riusciva a fare più volte al giorno lo stesso percorso. Ogni giro in più erano soldi in più, poco importavano il disagio dei passeggeri e gli incidenti mortali, a cui hanno contribuito più di ogni altro mezzo di trasporto. Ricordo che una delle prima volte che mi capitò di viaggiare su un matatu il bigliettaio ci fece comprimere come sardine, poi, appeso all’esterno, segnalò al conducente di partire, ma all’ultimo momento vide un altro potenziale passeggero che arrivava di corsa; allora battè fragorosamente sulla carrozzeria e gridò in kiswahili “Usiache kobole”, cioè “non lasciamo quei cinque scellini”.
“Ecco cosa siamo per loro: soldi, solo soldi”, commentò amareggiata una donna vicina a me che cercava di fare spazio al neonato che aveva in braccio, per il quale aveva dovuto pagare, nonostante le sue proteste, la corsa a prezzo pieno.
I proprietari dei matatu sono riuniti in due diverse associazioni.
Quasi tutti sono inoltre costretti a pagare una tangente alla setta dei mungiki per poter operare nelle grandi città come Nairobi, Nakuru e Mombasa. Anche la polizia chiede tangenti fisse ad ogni proprietario di matatu per poter operare, e ai singoli autisti per non multarli in caso di infrazione
Fonte: Wikipedia
debora
Numero di messaggi : 2691
Età : 48
Località : Albinia-[gr]
Occupazione/Hobby : estetista/disegno,libri,portalekenya
Umore : allegro
Data d'iscrizione : 18.11.09
matatu...precauzioni d'uso...
Mer 12 Mag 2010, 01:44
Sono grossi, rumorosi e colorati. Si fermano agli angoli delle strade richiamando l’attenzione dei passanti. Sono i matatu, i taxi collettivi kenyoti. Furgoni della Toyota da 10 o 14 posti, malandati e pitturati con colori sgargianti, avanzano sulle strade di terra battuta portando in giro la gente.
Un matatu sulla strada per Nairobi
Li si trova dappertutto, anche nei villaggi più piccoli. C’è sempre un guidatore e un procacciatore di clienti che urla per la strada la destinazione. West Gate, Upper Hill, Spring Valley. Non hanno un tragitto fisso, ma cambiano strada a seconda delle necessità dei passeggeri. Non hanno neppure orari prestabiliti, ma partono solo quando sono pieni.
Una volta a bordo occorre reggersi bene evitando il posto di fianco al guidatore per non morire di infarto osservando la guida “sportiva” del driver. “I’m dropping here” è la parola d’ordine per scendere, ma bisogna urlarla perché sui matatu la musica esce dalle casse a tutto volume. Molti furgoncini hanno persino piccoli schermi al plasma che trasmettono i video degli artisti più in voga del momento.
Alcuni disegni sui matatu sono delle vere opere d’arte, altri messaggi politici e religiosi. Si va dai ritratti di Che Guevara a quelli di Bin Laden. Ma anche madonne, citazioni bibliche o ritratti di personaggi famosi come star del cinema o del presidente americano Obama.
Gli incidenti sono all’ordine del giorno. Si calcola che in Kenya muoia una persona ogni tre ore a causa degli incidenti stradali. Una enormità se si considera il basso numero di veicoli in circolazione. Nel 2004 il governo kenyota ha cercato di regolamentare questa attività fissando un limite di velocità, una colorazione standard della carrozzeria, una divisa per il guidatore ed un percorso prefissato. Hanno anche cercato di imporre un numero massimo di passeggeri trasportabili, ma la filosofia è quella del “un posto in più lo si trova sempre”, ed ogni regolamentazione è caduta nel vuoto. Tentativi falliti che hanno avuto come unica conseguenza quella di dare alla polizia una scusa in più per chiedere bustarelle per non vedere le infrazioni. I matatu sono una icona, una istituzione, parte integrante della cultura kenyota.
Tommaso Cinquemani
Un matatu sulla strada per Nairobi
Li si trova dappertutto, anche nei villaggi più piccoli. C’è sempre un guidatore e un procacciatore di clienti che urla per la strada la destinazione. West Gate, Upper Hill, Spring Valley. Non hanno un tragitto fisso, ma cambiano strada a seconda delle necessità dei passeggeri. Non hanno neppure orari prestabiliti, ma partono solo quando sono pieni.
Una volta a bordo occorre reggersi bene evitando il posto di fianco al guidatore per non morire di infarto osservando la guida “sportiva” del driver. “I’m dropping here” è la parola d’ordine per scendere, ma bisogna urlarla perché sui matatu la musica esce dalle casse a tutto volume. Molti furgoncini hanno persino piccoli schermi al plasma che trasmettono i video degli artisti più in voga del momento.
Alcuni disegni sui matatu sono delle vere opere d’arte, altri messaggi politici e religiosi. Si va dai ritratti di Che Guevara a quelli di Bin Laden. Ma anche madonne, citazioni bibliche o ritratti di personaggi famosi come star del cinema o del presidente americano Obama.
Gli incidenti sono all’ordine del giorno. Si calcola che in Kenya muoia una persona ogni tre ore a causa degli incidenti stradali. Una enormità se si considera il basso numero di veicoli in circolazione. Nel 2004 il governo kenyota ha cercato di regolamentare questa attività fissando un limite di velocità, una colorazione standard della carrozzeria, una divisa per il guidatore ed un percorso prefissato. Hanno anche cercato di imporre un numero massimo di passeggeri trasportabili, ma la filosofia è quella del “un posto in più lo si trova sempre”, ed ogni regolamentazione è caduta nel vuoto. Tentativi falliti che hanno avuto come unica conseguenza quella di dare alla polizia una scusa in più per chiedere bustarelle per non vedere le infrazioni. I matatu sono una icona, una istituzione, parte integrante della cultura kenyota.
Tommaso Cinquemani
mavi tuci
Numero di messaggi : 54
Età : 70
Località : montecatini terme
Occupazione/Hobby : impiegata
Umore : dipende....
Data d'iscrizione : 23.02.10
Re: Kenya - Trasporti - Matatu
Mer 19 Mag 2010, 17:46
In Venezuela si chiamano "carrito por puesto" e funzionano nelle grandi città con la stessa filosofia di quelli kenyoti e se non ci stai attento ti ritrovi a sederti sulle ginocchia di qualcuno o qualcuno sulle tue ginocchia 
- mavi tuci
Numero di messaggi : 54
Età : 70
Località : montecatini terme
Occupazione/Hobby : impiegata
Umore : dipende....
Data d'iscrizione : 23.02.10
Re: Kenya - Trasporti - Matatu
Mer 19 Mag 2010, 17:47
Todo el mundo es pais
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.|
|
|