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KENYA - Racconti

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Gio 15 Apr 2010, 09:38
Volevo condividere con voi questi due bei racconti che ho trovato al ritorno del mio primo viaggio in Kenya.. nel cercare qualche spiegazione a ciò che si prova laggiù.. Buona Giornata! ILA


"JAMBO, Muzungu!":
mi accogli così, con quel sorriso che fa intravedere i tuoi denti
bianchissimi (eppure tutto questo latte, ahimè non lo bevi!) ed una
finestrella perché ti è caduto un dente, le manine ed i piedini sporchi
per l'andare scalzo e seguire la mamma all'unico pozzo di acqua nel
raggio di dieci chilometri, dove potrà fare provvista di acqua per la
giornata...oppure per poter giocare più liberamente, tanto le scarpe
non le hai...
"Si,si,
piccolo, ora me le levo anche io le scarpe, così giochiamo a pallone
con la lattina della coca-cola che ti ha regalato un muzungu: sai?
Quando mi va di esserlo, sono un "maschiaccio". Ti posso abbracciare
piccolino
e dirti nella mia
lingua (per te incomprensibile) che ti vorrei dare tutta me stessa e
vorrei poterti essere amica...? Ma per il momento sono solo una muzungu
anzi, a tale proposito, ho qui delle caramelle per te, dei pennarelli
ed un quaderno così potrai andare dai tuoi amichetti e griderai dalla
gioia... ed i tuoi amichetti mi raggiungeranno perché vorranno la
stessa cosa... calma, calma che anche per voi ci sono dei regalini!
Tesorino, devo andare, non sto da sola, sto con i miei amici bianchi ed
il mio viaggio continua"...

Sul tuo viso un sorriso malinconico perché sto partendo e sui tuoi capelli
un pugno di mosche che cercano di trovare un pò di ombra e refrigerio,
tra i tuoi riccioli crespi, bruciati e seccati dal sole... con questo
caldo!

"Ma dopo me arriveranno altri turisti e forse riuscirai a ricevere regali
più belli...magari una palla vera con cui giocare, tanto lo so che dopo
un pò la lascerai per riappropiarti della tua colorata lattina che con
il sole luccica di più e fa tanto rumore e non si rompe, invece quella
del paese civilizzato si buca con un semplice sasso...ritornerò,
piccolino, ma vorrò poter comunicare con te nella tua bellissima
lingua...e "farti" capire che un pò mi stai prendendo in giro ed anche
io potrò "prendermi" in giro nella tua lingua, già! Alla faccia degli
speculatori bianchi che invece di aiutarti ti hanno trascinato in un
baratro.. il tuo sorriso è sempre lì e nessuno ti toglierà la dignità
con cui affronti la miseria quotidianamente, noi civilizzati abbiamo
tante cose, ma la ricchezza ci ha tolto il sorriso e non ci fa
apprezzare i dettagli e la semplicità... lo so che mi aspetterai e
quando tornerò sarò l'essere più felice di questo mondo, così mi
condurrai nella tua capanna di fango "basic" ma sempre più accogliente
di quelle case nostre arredate senza personalità... e mi offrirai il
tuo unico pasto caldo, io lo accetterò e per dimostrarti che lo
apprezzo mangerò con le mani, proprio come te, in mezzo agli scarafaggi
e alle zanzare, ma chi se ne importa se mi prendo la malaria, chi
meglio dei dottori africani potrà guarirmi? ...E con la scusa di
aspettare la guarigione rimango un pò di mesi qui con te!!! Io voglio
capire il tuo mondo incontaminato dallo stress di una vita urbanizzata
e frenetica... invece da voi tutto va a rilento, spesso questa lentezza
mi fa venire i nervi, figurati..! Io che rincorro il tempo libero e
prima di afferrarlo è già sparito...ed invece voi... di fronte al più
grande problema, vi sedete ai piedi del secolare baobab e rispondete
con "Hakuna Matata" "Nessun Problema" e dopo quattro giorni magari vi
ritrovo lì con lo stesso sorriso con cui vi ho lasciato ad aspettare
ancora che la soluzione arrivi... Ed è questa la canzoncina che vi
insegnano: "Jambo, Jambo Bwana, Habari Ghani, mzuri sana....Hakuna
Matata" così quando arriva il muzungu gliela cantate e lui si
affretterà ad impararla al più presto perchè è solo così che si potrà
sentire parte di voi...come se bastasse una foto con lo sfondo di una
giraffa e la canzoncina in swahili... e tutti vissero felici e
contenti....quanto mi piacerebbe cantarla insieme a voi ma non "voi
africani" ed "io muzungu" ma "noi africani... "! Perchè mi dispiace per
te, mio piccolo masai, ma io muzungu proprio non mi ci sento, ritornerò un giorno e cercherò di spiegartelo... carezzandoti i riccioli crespi,
bruciati e seccati dal sole... quei riccioli che ospitano il solito
pugno di mosche...ti credo con questo caldo!... sono certa che capirai".



"Una volta pensavo che l'Africa fosse il ponte tra me ed un grande amore
africano, ora, invece, nonostante questo amore sia comunque stampato
nella mia anima... penso che è stato proprio questo grande amore ad
avermi fatto aprire gli occhi e ad avermi fatto amare l'Africa nelle
sue contraddizioni, ma comunque ad amare l' Africa, con tutta la mia
essenza. C'è chi ha visitato l'Africa e l'unica cosa che è riuscita a
dire è stata "...si bella! i paesaggi belli, le spiagge belle..."
BELLA! SOLO BELLAAAA?
Il mal d'Africa ti prende in ogni momento della vita, come se ti venisse a
mancare ad un tratto una cara persona. Una volta tornati da un viaggio
in Africa, non importa da quale regione , l'unica cosa che si fa è
camminare al di sopra di ogni cosa e di ogni persona, sembra che tutto
sia relativo, ti addormenti con certe immagini e ti risvegli con le
stesse immagini, suoni e colori; è una cosa indescrivibile che ti fa
accapponare la pelle, che ti fa perdere il senso della realtà, che ti
fa piangere, ti fa sperare di ritornarci presto... E cerchi qualsiasi
cosa te la faccia ricordare, come se si avesse paura di perderla.. per
sempre. Ed invece... invece no, la paura non ti fa perdere proprio
niente, perché tutto ciò che hai vissuto è stampato nell'anima, e non
ci sarà niente e nessuno che ti toglierà quell'immagine... Questa
insofferenza che uno si porta ogni giorno che passa, la quotidianità,
gli stessi ritmi, stessa vita, stessi comportamenti... eppure pensare
all'Africa è qualcosa di speciale, anche se pure lì la cadenza del
tempo è la stessa e si seguono i soliti ritmi, i soliti riti: è un
ricordo tuo e seppure cerchi di descriverlo a chi ti vuole bene o a chi
ti conosce, è soggettivo, è carnale e mai potrà essere compreso nella
sua totalità. Non ci puoi fare niente...PROPRIO NIENTE!
E' più forte di te, chiudi gli occhi e ne senti i suoni, ti tappi la bocca
e ne senti il tam tam, ti tappi le orecchie e ne avverti gli odori,
insomma è una confusione di sensi e di sentimenti... continui a vedere
una cornice e dentro quella cornice una raffigurazione piena di colori
e quel quadro lo interpreti con una forte malinconia perché non sai
quando e se rivedrai quei posti un giorno, e se la speranza è l'ultima
a morire, penserai che quel paese lo ritroverai intatto come l'hai
visto... nel bene e nel male".
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