Kenya Sanità e scuole per la mia bimba ?

Luciana anche in Italia si va' a scuola con il grembiule!!!

jenny credimi,conosco bene il kenya forse anche troppo,la scuola e' assurda il grembiule e' una metafora,sono retrogradi,ma come si fa ad estirpare dei ragazzi dai suoi affetti da amici ecc?per un paese bellissimo,ma corrotto?in 23 anni sai quanti ragazzini italiani ho conosciuto?vederli adolescenti fra star dast e malaie?se questa e'l'integrazione no grazie,senza parlare dei mariti quante famiglie sfasciate,perche'il pèapa' perde la testa per le belle afrikane?sono sincera lo sai questo e' anche il kenya,ci vuole testa per gli adulti figurati ,per dei ragazzini,giovani ed inesperti ,penso ,che ogni genitore,per i figli voglia il meglio,per l'educazione ,e cosi' per gli studi il kenya non e' l'america anzi scrivo questo perche' chi non conosce bene questo paese puo' farsene un idea

@Luciana
Carissima io penso di volerti un gran bene, anche se non ti conosco di persona e anche se a volte mi chiedo "se ci fai o se ci sei".
Ma ora mi sembra che stai denigrando un po troppo il bel paese (Kenya), suvvia non è proprio cosi mal ridotto, non è proprio cosi retrogado, non è proprio cosi corrotto,non è proprio cosi debosciato.
Tutte cose che fanno parte anche di paesi che si ritengono più emanicipati.
La divisa a scuola è normale fa parte ancora del retaggio inglese che impera ancora in Kenya.
Ragazzi bravi cresciuti in Kenya ne ho conosciuti parecchi, certamente figli di genitori con la testa sulle spalle, ragazzi cresciuti senza il bisogno di frequentare locali nutturni e ragazze di male affare.
Ho conosciuto anche tanti mariti a posto che non si sono rovinati per il pelo nero, ho conosciuto anche mamme a posto ed altre invece che si sono rovinate per il mamba nero.
Ma tutto questo va visto anche in un ottica di ottimismo,poi certamente ogni singola persona ogni famiglia saprà come comportarsi in un paese dove viene facile cadere dalla pentola nella brace.
Per quanto riguarda gli studi superate le scuole primarie ottime anche a Malindi, Mombasa e Nairobi hanno scuole che non hanno nulla di meno rispetto alle nostre.
Il viverci poi in Kenya sopratutto sulla Costa certamente non è proprio facile, il lavoro introvabile, l'investimento alto per potere aprire un'attività, il vivere in un contesto di gente e luoghi completamente diversi rispetto alle nostre abitudini.
Ma credimi cara Luciana l'Africa e il Kenya hanno fatto parte della mia vita diciamo 50 e 50 eppure vado avanti a ritornarci sempre volentieri.
Stammi bene carissima.

francorosso mi piaci come scrivi come osi e come pesi le cose..
comunque per quel "poco"che so e ho visto io in kenia...beh paragonabile all'italia il livello di scuola e un po tirata.... ...buona giornata

francorosso adoro il kenya mio marito ne e' una prova,lo conosco bene negli anni ho visto sfasciarsi molte famiglie italiane arrivate li non faccio nomi ,ma so che molte le conosci pure tu,certo ci sono le eccezioni,ma di eccezioni si parla,si e' giusto quello che dici ,un ottica di ottimismo,bravi ragazzi lo sono ne conosco,ma niente da paragonare a ragazzi educati in europa credimi,per valori ecc,secondo me e' giusto che una moglie sappia ,che arrivati in kenya le brave ragazze ,per cosi' dire ci sono,come si dice in toscana meglio aver paura ,che buscarne,comunque la liberta' lo sosterro' sempre e'il bene piu' prezioso ,che ha un individuo, di tutto di azione e di pensiero,ma di questi di bambini trapiantati in un altro continente, ne ho conosciuti moltissimi,non contenti non felici ,secondo te non e' egoistica una scelta ,del genere? t.v.b

io voglio sperare di no Luciana!!!
non ho vissuto in Kenya e quindi parlo cosi' a sensazione e magari sbaglio ma di gente che ha cambiato posto in cui vivere sradicando completamente ogni certezza della vita precedente ce ne' stata sempre nel mondo e non e' che la cosa sia sempre andata male, anzi.
concordo sul fatto che un trasferimento vada per bene pianificato e non preso alla leggera ma al tempo stesso penso che se c'e' qualcuno che prima si adatta alle cose e' proprio il bambino ed ogni bambino e' frutto degli stimoli ricevuti e dei principi e dell'amore assorbiti all'interno del nucleo familiare.
per quanto riguarda la coppia, vallo a sapere, se non funziona non funziona ad ogni angolo della terra!!!
in fondo non e' mica amore quello che ha bisogno di star lontano dalle tentazioni per essere fedele, cosi' son capaci tutti.
poi non so', ripeto sono solo una turista!!!

ehh jenny ne ho viste troppe credimi,sai i marinai delle grosse navi ,da crociera hanno un detto,dicono,che quando la nave passa l'equatore,vedono,i passeggeri cambiare di umore,un po' piu' folli ecco ,questo lo fa anche il kenya,i bimbi si e' vero si adattano,ma perdono le loro radici,ancora deboli,adoro i bambini,ed ho come una calamita,mi cercano,di racconti,ne ho moltissimi,ma credimi tutti tutti ,con me hanno sempre manifestato forte disagio,grossi rimpianti sopratutto,per gli amici persi i compagni di scuola ecc ho sofferto moltissimo,per la lontananza dei miei figli,ma sono sicura,che ho fatto bene,ahhh be' certo anche piccoli non avrebbbero certo voluto trapiantarsi,hanno caratteri forti,ma va bene cosi'sanno cio' che vogliono

Scusatemi, qualche piccola divagazione dal topic va bene, ma siete proprio OT

Vorrei darvi la mia esperienza anche se penso che ogni cosa sia soggettiva ed ognuno debba viverla sulla propria pelle prima di raccontarla.
Mi sono trasferito a Mombasa con tutta la famiglia (4 bambini) da 7 mesi, all'inizio vivevo a Tudor poi mi sono trasfertito a Nyali non lontano da Black.
Insomma dei miei 4 figli solo il secondo di 9 anni ha avuto problemi di ambientamento, essere l'unico bianco (in una scuola internazionale),non capire la lingua ....beh un po di problemi.
Ma gli altri 3 no problem la più grande di cui avevamo paura ha risposto benissimo no problem si è inserita con le amiche ecc...
i piu piccoli loro non hanno risentito di nulla essendo proprio èpiccoli

sbardella,mombasa e' migliore ,di malindi almeno essendo una citta'ognuno si fa piu' i fatti suoi,essendo una mamma la penso sempre alla stessa maniera,perche' privare i nostri figli dei ricordi di un infanzia italiana?sono campanilista e lo so

io invece Luciana campanilista non lo sono mai stata!!!

caro Sbardella quando vuoi,se ti va' e se puoi raccontaci un po' come e' stato adattarsi ed iniziare una nuova vita in un contesto totalmente nuovo.
asante sana

jenny adoro l'sfrika tu lo sai,ma io sono mamma ho 2 figli oramai grandissimi laura 38 daniele 33,per una cosa non trandigo l'educazione ,la cultura,campanilista in questo senso direi,, qui abbiamo buone scuole eccellente cultura,mi chiedo ,ma perche' andare a peggiorare e non estrapolare il meglio? ogni situazione ha i suoi pro e contro,io cerco sempre ,doi scegliere il meglio,se voglio un bel paio di scarpe non le compero in kenya pero'i parei li compero li voglio cercare ,di farm,i capire ecco sempre lo dico e lo diro' adoro l'afriika il kenya ,ma io indietro come i gamberi non andro' mai sinceramente non comprendo chi lo fa

Sollecito ben volentieri Sbardella, come ha fatto Jenny bolognese, a raccontarci la sua nuova esperienza.
Dissento un po con la carissima Luciana, io penso che se ben seguiti i figli anche se giovani possono trarre solo insegnamenti vivere in un altro contesto che non sia il solito.
Circa 25 anni fa uno dei miei figli all'età di sette anni ha vissuto con me 6 mesi in un campo tendato dello Tzavo, si occupava di lui una mamy,debbo dire che ne ha ricavato tanti insegnamenti e esperienze, che nel contesto usuale certamente non avrebbe avuto.

oh,ohhhhhh,francorosso,

non sono curiosa ma ci racconti il tuo vissuto a Tsavo con tuo figlio.

francorosso ha scritto: Sollecito ben volentieri Sbardella, come ha fatto Jenny bolognese, a raccontarci la sua nuova esperienza.
Dissento un po con la carissima Luciana, io penso che se ben seguiti i figli anche se giovani possono trarre solo insegnamenti vivere in un altro contesto che non sia il solito.
Circa 25 anni fa uno dei miei figli all'età di sette anni ha vissuto con me 6 mesi in un campo tendato dello Tzavo, si occupava di lui una mamy,debbo dire che ne ha ricavato tanti insegnamenti e esperienze, che nel contesto usuale certamente non avrebbe avuto.

Una volta tanto cono in accordo con francorosso.
Può essere data una buona cultura anche in Africa e poi una capatina ogni tanto in Italia per vedere le bellezze italiche si può anche fare.

Il figlio di francorosso sicuramente avrà visto molta meno televisione ed invece di vedere dei documentari avrà avuto l'esperienza unica di vivere immerso nella natura a contatto con gli animali che i Italia si vedono solo negli zoo.

si Francorosso anch'io non sono curiosa ma qualcosina di striscio dell'esperienza allo Tzavo non mi dispiacerebbe conoscerla

Ligeia che meraviglia vedere i propri figli senza tele e la cosa piu' bella e' che quando sono in Kenya non ne sentono la mancanza e nemmeno la nominano mai.
poi al rientro si e' punto e da capo anche se la mia non ne vede cosi' tanta.
i circhi e gli zoo li abbiamo banditi

non amo la polemica,non dico vengono su male,dico vengono su in maniera differente,come cultura e mentalita' diversa tutto qui,quando ero bambina ,per me sarebbe stato un grosso trauma se i miei genitori mi avessero trapiantata,avevo gli amici ,che si sa da piccoli sono tutto un regno,non voglio ripetermi,ho conosciuto 3 famiglie italiane a malindi,che si sono trasferite li',ho visto il dolore negli occhi dei figli adolescenti,le cose non gli sono andate bene,e senza piu' un soldo sono dovute tornare in italia ,queste secondo me sono esperienze nefaste disastrose non cosruttive,non si puo' sperimentare quando non si e' piu' soli ,ma genitori i figli hanno necessita' di amore,sostegno,serenita' e soprattutto sicurezza questo il mio parere,se i mezzi ci sono in abbondanza allora certo tutto si fa ma in kenya si fa presto a finirei capitali quando non ci si sa muovere

se per questo Luciana i capitali stanno finendo anche qui' in Italia

ahhhhhhhhhhhhhhhhhh jenny mi sei simpatica,ma tornare indietro con simili esperienze dopo aver perso tutto ti garantisco ,che e' duro durissimo,soprattutto per loro i figli

Ribadisco che non sono completamente in linea su quanto afferma Luciana, sul vivere a Malindi con famiglia e figli, certamente bisogna stare accorti ma vi sono realtà che funzionano perfettamente, ho tra gli altri due amici che hanno fatto la scelta di vivere a Malindi e lo stanno facendo da un bel po di anni, senza problemi, amici che hanno un lavoro che li impegna molto eppure i figli ormai grandicelli sono cresciuti e crescono benissimo, frequentano le scuole locali e si sono integrati perfettamente nel contesto locale.

Due righe ora per descrivere l'esperienza fatta vivere alla mia famiglia, ma sopratutto a mio figlio quello grande.
Solitamente non ne parlo sono ricordi che tengo per me dentro al cuore.
Erano gli anni 80 Malindi stava sviluppandosi a quei tempi si facevano anche buoni affari nel campo immobiliare, decisi cosi
di inaugurare la casa appena acquistata con un lungo soggiorno con tutta la famiglia, armi e bagagli trasferimento in Kenya io gia dovevo andare per una proposta di lavoro che accettai, fu cosi che siamo stati a Malindi con piena soddisfazione di tutti, mio figlio maggiore aveva sette anni e quando decisi dopo il consiglio di famiglia di portarlo con me, forse con una buona dose di incoscenza,a vivere nel campo tendato ne fu entusiasta, seppur piccolo cresceva gia con le storie dell'Africa, favole vere.
Si andò cosi nel campo tendato allora di proprietà di un amico, per migliorarne l'attività,sulle sponde del fiume Galana, a quei tempi la savana era molto meno trafficata e i collegamenti avvenivano tramite radio frequenze, praticamente si rientrava a Malindi ogni quindici giorni, affidai mio figlio a una mama vecchia conoscenza malindina che già si occupava di mio figlio.
Debbo dire che a parte qualche momento di nostalgia in cui voleva la mamma, si è comportato benissimo, era diventato la mascotte del campo, tutto il personale gli voleva bene, passava le giornate giocando e anche studiando ma sopratutto nell'attesa spasmodica di salire,quando era possibile, sulla jepp per un giro in savana, oltre che stare ad aspettare gli animali che venivano ad abbeverarsi al fiume, bisognava tenerlo al "guinzaglio" si fa per dire,perchè con l'incoscenza insita nei bambini avrebbe voluto accarezzare tutto quello che si muoveva a quattro zampe.
Nel mio giorno libero dopo quindici giorni,il primo rientro a Malindi, sapeva gia tutto e raccontava a sua madre e al fratellino della vita in savana e non c'è stato verso di convincerlo a rimanere a casa, passò cosi circa sei mesi "selvaggi" e a tutt'oggi che è un uomo ricorda ancora quei momenti e quell'esperienza, niente affatto traumatizzato.
In occasione del viaggio di nozze è tornato ancora in quel campo, che nel frattempo ha cambiato proprietà, orgoglioso di farlo conoscere a sua moglie.
Ora anche lui è impegnato nell'ambito del volontariato pro Africa.

OOhhh francorosso quando non sei tagliente e provocatorio ma lasci spazio ai sentimenti sei forte!!

francorosso bellisima storia,

che fantastica opportunita' per tuo figlio!!!
e' stato sicuramente un modo per avere una visione diversa della vita che avra' contribuito a renderlo ora un uomo migliore!!!
grazie di avercelo raccontato.