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Kenya Facebook sbarca nel campo profughi di Dadaab

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mammussi
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Kenya  Facebook sbarca nel campo profughi di Dadaab Empty Kenya Facebook sbarca nel campo profughi di Dadaab

Mer 22 Giu 2011, 12:40
Nairobi, 21 giugno 2011

Chi avrebbe mai immaginato che un campo profughi africano potesse diventare una terra di outsourcing per una multinazionale americana?
Da oggi e' cosa fatta.
Grazie alla creazione di reti a banda larga in Africa orientale e alla politica visionaria del governo keniota nel settore delle nuove tecnologie dell'informazione, Chirayath Janah e' riuscita nell'impresa di mettere in collegamento la Sillicon Valley con il piu' grande campo profughi del continente africano.
Situato a ovest del Kenya, al confine con la Somalia, Dadaab accoglie oltre 300mila profughi, in stragrande maggioranza somali e sudanesi.
Tra loro c'e' Paul Parach. Fuggito dal Sud Sudan all'eta' di nove anni e' arrivato a Dadaab in condizioni disperate, nonostante una paralisi parziale del corpo ogni giorno Paul si reca in una piccola capanna di legno per accedere a un computer e svolgere piccoli lavori informatici per Facebook e Ask.com.
A fare da ponte tra Paul e le due multinazionali americane e' l'associazione fondata da Chirayath Janah, 'Samasource', una ong basata negli Stati Uniti con la vocazione di dare lavoro a gente che non ha piu' nulla.
"Nel mondo ci sono quattro miliardi di persone che vivono con meno di 2,10 euro al giorno" sostiene Janah, "eppure tra loro c'e' gente dotata di talento e di competenze".
A dire il vero Paul non aveva mai toccato una tastiera. Samasource gli ha dato l'opportunita' di usare un computer per svolgere lavori informatici di base.
"All'inizio e' stato un po' dura" ammette Paul, "ma e' solo una questione di abitudine".
Dopo una breve formazione e tanta volonta', oggi Paul svolge mansioni molto semplici per una multinazionale che lo retribuisce inviandogli la paga direttamente sul suo cellulare.
Rob Sheppard, responsabile della societa' Ask Jeeves, una filiale britannica di Ask.com, definisce il rapporto con Samasource di "vincente-vincente. I
l lavoro (dei profughi) e' di qualita', prodotto a un prezzo molto buono da cui percepiamo anche benefici immateriali grazie alla portata etica del progetto".

Fonte: AgiNews
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