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Kenya "Una facile onnipotenza" i racconti di Caludia Peli

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Mar 20 Set 2011, 13:38
UNA FACILE ONNIPOTENZA
di Claudia Peli

Stamattina sono uscita presto per andare a iscrivermi in palestra.
Nel passare di fronte al Coral Key ho visto la mia amica Valentina arrampicata in cima al sottotetto della reception, come una equilibrista circense, che verniciava le travi di casuarina.
“Vele sei pazza! Scendi che t’ammazzi!”
“Non posso, devo finire. Tra poco mr. Jasco passa a controllare e se non le vernicio bene me le fa rifare tutte da capo. E poi devo correre in spiaggia ad imbiancare tutto il muro esterno. Che giornataccia!”
Povera Vale, devono essere a corto di personale. La saluto e tiro dritto.
Telefono a Filippo al Rosada per riservare un tavolo per me e le mie amiche stasera, e mi risponde trafelato.
“Filippo stai bene? Hai il fiatone.”
“Sono distrutto! E’ da stamattina alle 6 che spalo via le alghe in spiaggia … e devo ancora sistemare centoquaranta materassini sui lettini, tutto da solo!”
“Ma che fine han fatto i tuoi ottanta dipendenti? Si sono ammutinati?”
“Non puoi capire, questa è la fine del mondo.”
Ma che esagerato! Chiamo Mara al Blue key per sapere se mi raggiunge al mare più tardi che diamo un rinforzino all’abbronzatura, ma mi risponde che non ha assolutamente tempo.
“Devo cucinare altre 7 torte e lucidare per bene il servizio di porcellana, perché mr. Edison ha invitato qui tutti i suoi parenti a bere il te alle cinque.”
“Ah ah ah, questa è bella! Ma se non sai neanche come si accende il forno!”
Non mi risponde e riattacca; forse si è offesa. C’è qualcosa che non mi quadra: i miei amici mi stanno prendendo in giro. Sarò mica finita dentro una candid camera?
E mentre guido verso il centro comincio a guardarmi meglio intorno e ciò che vedo mi fa rizzare tutti i peli. Oh my God non è possibile …
In sella ai boda-boda ci sono solo bianchi, e pure alla guida dei piki-piki e anche dentro i tuk-tuk! Alcuni di loro li conosco bene: sono costruttori, albergatori, ristoratori di lunga data. C’è pure il Walter che tira un carretto pieno di ananas e Beppe dietro che lo spinge.
Agli angoli delle strade vedo formose bionde attempate con le tette di gomma che vendono manghi e banane, sedute sui marciapiedi a respirare i gas delle marmitte. Altre donne bianche si aggirano per i vicoli con grosse ceste colme di pesce in testa.
Quando arrivo alla piazzetta del cambio non vedo i soliti arabi cotti dal sole e dalla polvere venirmi incontro, ma ci sono i miei amici Simone, Alessandro e Giancarlo seduti sulla panchina che contano i soldi e mi chiedono se ho bisogno di cambiare che l’euro oggi è forte.
Ommammamia! Mi comincia davvero a prendere l’ansia. C’è davvero qualcosa che non va. Telefono subito ad Angelo al centro diving, che qui a Malindi mi pare la persona più sana e solida e spero che mi dia una spiegazione razionale su ciò che sta accadendo.
“Angelo, hai visto anche tu cosa succede in città?”
“No Claudia, non ho visto niente. E’ dall’alba che sto caricando bombole in barca e mi è pure venuta fuori un’ernia! Ma se non mi sbrigo passa mr. Kazungu e mi tira un calcio nel sedere!”
Sudo freddo, ci sarà mica stata una rivoluzione la notte scorsa? Un colpo di stato a Malindi che ha ribaltato le cose?
Chiamo la Robi a Watamu per sapere se laggiù è tutto in ordine.
“Amica qui a Malindi sono andati tutti fuori di testa! Dalle tue parti tutto bene?”
“Claudia non posso risponderti: Katana mi ha appena portato duecento lenzuola da lavare a mano entro mezzogiorno! Ho fretta …”
“Le devi lavare tutte tu, da sola?”
“No, tra poco arrivano anche Gavi e Tony a darmi una mano, appena hanno finito di lucidare per bene il galana al ristorante.”
Questo è davvero troppo. Il paese dei balocchi non c’è più: questa è davvero la fine del mondo.
Mi è passata la voglia di fare palestra e torno a casa. Al cancello non c’è il fido Kamau ad aprire, ma Nicola vestito da askari. E in giardino suo padre vestito da shamba boy che pota le siepi.
Salgo in casa e trovo l’house boy sdraiato sul mio divano bianco che si fuma una sigaretta e mi ordina di portargli un posacenere. Poi mi fa notare che sono in ritardo e che c’è una montagna di roba da stirare e cinque pile di piatti da lavare.
I suoi nove figli si rincorrono per casa e giocano a tirarsi addosso tutta la mia collezione di cd; sua moglie indossa i miei vestiti nuovi appena portati dall’Italia e siccome è quattro taglie più di me li ha già sformati tutti … ed io sto per svenire e decido di scappare via.
Fuggo a gambe levate giù in spiaggia e lì non ci trovo neppure un beach boy, ma centinaia di wazungu disperati come me.
Siamo tutti in ginocchio nella sabbia con gli occhi lucidi rivolti al cielo per invocare il Padreterno.
“Dio illuminaci! Dacci un segno che ci sei e vegli ancora su di noi!”
Le nuvole si aprono e udiamo la sua voce potente e buona.
“Ditemi figlioli che cosa vi turba?”
“Signore, che cosa abbiamo combinato per meritarci questo tremendo castigo?”
“Figlioli non capisco, spiegatemi meglio.”
“Facevamo la bella vita qui a Malindi, non ci facevamo mancare niente; forse qualcuno di noi si abbandonava a qualche vizietto, ma ci volevamo tutti tanto bene, davvero sai? E adesso abbiamo perso TUTTO. Questa non è più la nostra vita; perché ci hai abbandonati?”
Lassù nel cielo azzurro Dio si fa una gran risata.
“Figlioli, vi ho permesso di vivere per tanti anni nel vostro piccolo paradiso terrestre. Vi siete crogiolati nell’illusione di aver raggiunto una facile onnipotenza sui vostri fratelli africani. Adesso basta ragazzi, direi che tocca anche a loro godersela un po’, giusto?”
“Aaaaaaaaaahhhhhhh!!!!!!” Il nostro urlo straziante si leva al cielo ed è così acuto che mi sveglio di soprassalto nel mio bel lettone, sudata e agitata.
Spio fuori dalla stanza e vedo il mio house boy che sta lavando le finestre.
“Anthony, lavi i vetri?”
“Sì mama, tutti venerdì lavare finestre.”
Era solo un incubo! Un incuboooooo! E mi metto a saltare in mutande come una cavalletta allegra per tutta la casa.
Poi caccio in mano ad Anthony mille scellini e gli dico:
“Oggi fai festa, porta tua moglie e i tuoi figli al mare e a mangiare il gelato.”
Quindi mi affaccio sul terrazzo e grido agli altri:
“E da domani aumento per tutti!”

....

da malindikenya.net

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Mar 20 Set 2011, 22:54
....per me non e' mai stato un incubo...ma e' la vita!

Ho sempre lavato i panni a mano fino a che non ho potuto comprarmi la lavatrice....pulivo casa tutti i giorni...cucinavo...stiravo...facevo il giardino...e nello stesso tempo lavoravo al pc per i safari....
Ora con 2 bimbi ho dovuto prendere un aiuto....

Vita normale, di una normale italiana che lavora per vivere e la sua vita e' la sua casa, suo marito e i suoi figli....

Per me non e' mai stato un incubo....anzi....e' sempre stato il mio sogno....una famiglia!!

E detto tra noi??? Nn mi dispiacerebbe anche per un solo giorno assistere a quello che ha disturbato i sonni di Claudia..... Smile
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Mer 21 Set 2011, 00:04
grande ombretta finalmente una italiana che dice di fare una vita normale lavorando!!!al giorno d'oggi è una eccezione trovare chi lavora tanto e trova normale farlo!! e non lo trova frustrante troppo pressante ecc ecc.....!! anzi ringrazia di averlo e di averlo a tempo pieno!!.un esempio da seguire!!
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Mer 21 Set 2011, 00:15
si si, ma una bella lavatrice penso piaccia a tutte....! e credo che Claudia volesse dire qualcos'altro, non che non le piace lavorare.

Secondo me, in tutto il mondo, Kenya e Italia compresi, sono sicuramente molte di più le donne che lavorano, da sempre, di quelle che non fanno un cippalippa tutto il giorno...!
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Mer 21 Set 2011, 00:34
si hai ragione lo so bene che nel mondo le donne lavorano e tanto di piu' in africa...io parlavo in generale della nuova generazione europea maschi e femmine che siano!!!credo di aver capito benissimo quello che diceva claudia noi siamo sempre i bianchi privilegiati e come per la salute ti accorgi di quanto era importante solo quando la perdi!!!maschi e femmine.......
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Mer 21 Set 2011, 13:36
...diciamo più che altro che è la doppia faccia di Malindi....non è per il lavoro, ma sicuramente per il rapporto che c'è con i kenyani.....forse era questo che voleva sottolineare Claudia nel suo racconto....
anche se, mio parere strettamente personale, non è tutto oro quello che luccica.....
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Mer 21 Set 2011, 16:21
Telegrafico:
Mi è piaciuta la frase scritta da Ombretta:
"E detto tra noi??? Nn mi dispiacerebbe anche per un solo giorno assistere a quello che ha disturbato i sonni di Claudia....."

La condivido in toto.
Mi è piaciuto anche quando scrive:

"ma sicuramente per il rapporto che c'è con i kenyani"

Il pezzo scritto da Claudia, dovrebbero leggerlo se già non lo hanno fatto alcuni mzungu residenti che si ostinano ancora a fare indossare ai Boy i guanti bianchi quando servono a tavola.
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